Viaggio nei misteri dell’arte Atzeni svela i grandi capolavori
L’artista, insegnante ed esperto di tradizioni esoteriche presenta il suo secondo libro domani al Ridotto
di Elide Giordani
Stupisce, provoca, spiazza. Alla fine della corposa lettura (400 pagine tra le quali nessuna cede al racconto fine a se stesso) resta la consapevolezza indelebile che sì, "l’arte è una sfinge che cela segreti, e ci parla per vie misteriose". Quello di Alessio Atzeni è un libro - sarebbe meglio dire "un trattato" - che non ha uguali nel panorama editoriale. E non spaventi il termine trattato. Il lungo excursus contenuto ne "I segreti nascosti nelle opera d’arte" (Editore Diarkos) diverte, anche, ed è una vera e propria porta intrigante e rivelatrice che introduce alla lettura dell’arte, in cui, davvero, come promette l’autore, si palesa a tutto tondo come possa "suscitare meraviglia, attrazione, innamoramento", poiché nasconde più di quanto mostri d’acchito. Segreti e misteri, dunque, oltreché stupore estatico per la bellezza. Ed ecco che Atzeni ci prende per mano per un viaggio, inimmaginabile ma di sorprendente efficacia, di svelamento dei grandi capolavori pittorici. Artista, insegnante di arte, esperto di tradizioni esoteriche (la cui cifra si coglie con forza tra le righe del libro), conferenziere dottissimo, e fondatore dell’Accademia delle Grazie insieme alla moglie, la giornalista Evelyn Morri, Atzeni è anche un seguitissimo docente di tecniche pittoriche e del disegno con migliaia di allievi sparsi in tutta Italia che lo seguono on line. Di formazione toscana, Atzeni, che vive a a Diolaguardia, sulle colline cesenati, ha esposto alla Biennale d’Arte Contemporanea di Firenze, in altre parti d’Italia e in Germania, Francia, Montecarlo, Stati Uniti e Turchia in numerose mostre personali e collettive di respiro internazionale. Nel libro (che l’autore presenta domani alle ore 18 al Palazzo del Ridotto) c’è anche una critica per nulla paludata agli schemi convenzionali della lettura dell’arte.
Atzeni, qual è l’accusa che muove ai libri che parlano d’arte?
"Che capita spesso di leggere pagine e pagine senza trovare traccia dei segreti disseminati dagli artisti nelle loro opere, con la sensazione di essere stati ingannati dagli autori. Nulla si dice della misteriosa dimensione delle opere d’arte che spesso nascondono una realtà parallela, multidimensionale, fonte di meraviglia".
Questo suo libro, il secondo dopo "Arte del risveglio" del 2020, è un testo di storia dell’arte?
"No, tutt’altro. E’ un viaggio sulle ali dell’intuizione, fra le vette e gli abissi dell’arte e degli artisti, senza cadere nella pesantezza della lettura accademica e senza entrare nel linguaggio pedante di certi noiosi professori".
Lei applica nella lettura dell’arte la conoscenza profonda di certe discipline, come lo studio della Cabala ebraica. Significa che è un iniziato?
"Ogni esperienza a suo modo una iniziazione. Ma se s’intende l’affiliazione ad una confraternita la risposta è no. Mi considero tuttavia un cercatore del profondo, del senso della vita, libero e indipendente, condizione che a volte mi pone fuori dal coro".