mercoledì 27 novembre 2013

Alessio Atzeni Artista: Alessio Atzeni intervistato da Web Art Magazine, T...

Alessio Atzeni Artista: Alessio Atzeni intervistato da Web Art Magazine, T...: Alessio Atzeni intervistato da Web Art Magazine, The Young Art of 21 Century  "L'Arte è un atteggiamento"

artwork


La principale fonte di ispirazione di Alessio Atzeni (intervista)

Alessio Atzeni (alessioatzeni73): i suoi video su Dailymotion

di Enzo Dall' Ara (critico d'Arte)



di Enzo Dall'Ara
critico d'Arte
Un pittore che rivela una netta tensione per elementi architettonici inseriti in paesaggi montani e per il ritratto, interpretato nella verità interiore dei personaggi rappresentati. Le opere segniche evidenziano una precisa abilità disegnativa, dichiarata prevalentemente in fresche raffigurazioni a china e a matita su carta. I dipinti incentrati soprattutto su volti e figure femminili denotano un valido uso del colore, inclinato a una realtà espressiva che intende sottolineare caratteri somatici e fisiognomici assonanti a interiore personalità, delineata in momenti di profonda riflessione o in attimi di immediatezza dialogica.  Anche “l’Autoritratto allo Specchio” è in sintonia con l’analisi introspettiva dell’artista, elaborato su cromie intense e su un intimo e nobile silenzio.

Alessio Atzeni e l'Accademia delle Grazie


Intervista ad Alessio Atzeni

Intervista ad Alessio Atzeni
Alessio Atzeni, quarantenne, pittore e scultore nato a Bagno di Romagna, da dieci anni espone le sue opere in mostre personali e collettive in città italiane ed estere ricevendo riconoscimenti e apprezzamenti dalla critica qualificata, dal pubblico e dalla stampa. Nel 2009 ha aperto l’Accademia delle Grazie, una scuola di disegno e pittura nelle sale dello storico Palazzo Babbini Salvetti a San Piero in Bagno. La scuola, ad oggi, è frequentata da circa cinquanta allievi tra grandi e piccoli.
Come è nata l’idea di aprire una scuola di pittura? L’idea della scuola è venuta da un’intuizione. Arrivata a galla improvvisamente in un pomeriggio d’inverno, di due anni fa, con un’immagine chiara davanti ai miei occhi, una precisa dichiarazione d’intenti sul futuro mio e di chi fosse stato disposto a seguirmi nel viaggio. Molte volte nel corso della vita, ci accorgiamo che i nostri sogni svaniscono e che i desideri vengono frustrati, nonostante questo è necessario continuare a sognare. Ed è così che a volte, con la determinazione e con la forza dell’intenzione si riescono a creare piccoli miracoli, come quello dell’Accademia delle Grazie, sostenuta da un progetto solido e da gente visionaria che ha fatto sì che tutto si potesse realizzare nel migliore dei modi.
Com’ è arrivata la scelta di San Piero in Bagno? Per il momento è il posto dove vivo e in questo paese mancava un laboratorio creativo dedicato all’Arte aperto a tutti. Ad un certo punto mi sono sentito pronto ad insegnare quello che ho imparato nel corso della mia vita, come uomo e come artista. Insegnante e allievo sono simili nel processo di apprendimento, ogni persona con le proprie peculiarità rappresenta una sfida stimolante. Imparare significa cambiare, rompere gli schemi, vedere le cose da punti di vista diversi.
Come affrontano i bambini il percorso creativo? Credo che ognuno di noi abbia una missione. La mia è anche quella di relazionarmi con i bambini in maniera paritaria. I bambini sono creature alla pari di noi adulti, loro sono i veri “grandi” e noi in confronto a loro siamo “i piccoli”. Il nostro compito è proteggerli, educarli, dare loro delle regole e degli esempi solidi da imitare.  La mia missione è infondere loro autostima e coraggio, attraverso la creatività, i colori e tutto quello che si può legare al concetto di Arte con le soddisfazioni e i successi che ne derivano. In cambio i bambini mi restituiscono attraverso i loro occhi una visione del mondo che avevo quasi dimenticato, per non dire perduto: l’entusiasmo, la curiosità, lo stupore, la gioia tipica dei bambini è una dimensione preziosa. I bimbi apprezzano il momento presente, non capiscono il concetto di tempo. Vivono nell’ “adesso”, osservano il mondo con occhi limpidi, luminosi. Proviamo a guardarli negli occhi e ad ascoltarli quando ci parlano. Hanno il potere di cambiarci. Sono i bambini i miei insegnanti più cari, a cui sono grato. Con loro ho un autentico scambio perché mi sento ricambiato e arricchito.
Perché frequentare i corsi dell’Accademia? L’Accademia delle Grazie è una scuola libera. Mi piace definirla una scuola alla rovescia, in cui si ama quello che si fa, ci si va per scelta e volentieri, dove ogni esperienza si condivide e rimane impressa. E’ una scuola in cui nessuno sbaglia, ma fa esperienza, nessuno è incapace o senza attitudine, anzi è unico e speciale, e impara con la curiosità e l’azione. E la cosa che più mi gratifica è constatare che tutti imparano la tecnica, non ci sono limiti di età per mettersi in gioco. Imparano i bimbi e le persone mature e i fatti lo dimostrano. La poetica della mia Arte è quella di creare per il piacere di farlo. Un quadro per esempio può essere anche una finestra aperta su infiniti mondi e infinite varianti in cui a creare è il nostro Io, il nostro” Dio individuale”, che decide luci, colori, forme e vibrazioni, lavorando con un’unica materia: l’energia, perché alla fine è quello che siamo. Amare quello che si fa, amando se stessi. Andare a cercare le nostre risorse nell’ispirazione, in spirito, non nella mente, che troppo spesso è annebbiata dalla frenetica attività dei pensieri. Nel fare arte nel corso della creazione dell’opera, è possibile toccare spazi della coscienza più elevati della dimensione della ragione. Ci sono tanti modi per accedervi e per sperimentare questa dimensione percettiva: con il gioco, il silenzio, la musica, la meditazione. Nell’Arte, come nella vita esprimiamo noi stessi, in maniera unica e ognuno col proprio stile e la propria personalità. Le maschere che quotidianamente indossiamo, nello spazio dell’ Arte cadono, magicamente, per rivelare quello che ognuno di noi è, in genere molto di più di quello che crediamo di essere o che ci hanno fatto credere nel corso della vita. Esistono regole, che possono essere seguite o ignorate, applicate alla lettera o personalizzate. Quindi chi viene alla scuola, in maniera molto tranquilla, si diverte a giocare con i colori, con la luce e la materia per un diverso approccio all’osservazione della realtà.
Qual’ è lo scopo della Scuola? Lo scopo della scuola è formare individui che condividano la gioia del fare Arte e “nel fare” c’è tempo e spazio anche per la cultura, il gioco, la formazione. Infatti l’Accademia delle Grazie è uno spazio in continua evoluzione che fluisce nel cambiamento. Periodicamente organizziamo corsi di comunicazione, seminari di ogni tipo che ben si armonizzano con tutto ciò che è Arte. Invitiamo esperti in vari campi dell’attività umana, per uno scambio e un profondo apprendimento. Perché lo scopo della vita dovrebbe essere, secondo me, il miglioramento personale, la crescita nell’evoluzione. Lo scopo della scuola è anche crescere, ampliare gli spazi, creare nuovi laboratori dove scolpire, affrescare, modellare, disegnare, dipingere e condividere le creazioni degli allievi in mostre collettive in spazi espositivi idonei, perché la “felicità non è niente se non viene condivisa”. Per questo mettiamo a disposizione l’esperienza maturata in anni intensi di mostre, supportata dalla grande capacità organizzativa dei membri direttivi dell’associazione, che in un anno e mezzo di vita hanno gettato le basi per fattive collaborazioni con enti pubblici che ci aprono le porte per importanti partecipazioni a fiere e mostre in spazi suggestivi. Grazie a tutti.

http://accademiadellegrazie.blogspot.it/


Raccontare e Raccontarsi


di M. Malì
critico d’Arte
Le opere dell’artista Alessio Atzeni raffigurano una determinata e gioiosa narrativa che si arricchisce costantemente di una trama pittorica rilevante profondamente sentita con consapevolezza tecnica ed intensa poesia. Il tema paesaggistico è vissuto dall’artista con un impianto del tutto personale: il suo infatti è un paesaggio altamente avvolgente, che immerso in uno sfondo fantasioso dal sapore fiabesco, vive all’insegna di un operare suggestivo ricco di essenza descrittiva e preziosa visione originale. Al confine tra il figurativo viaggiano i suoi paesaggi in una versatilità di notevole interpretativa e vibrante impegno pittorico. Nelle titolazioni “Le Corbaie” e “Corzano” notiamo come le cromie vivaci e la grafia incisiva siano intrise di stile e importante sintesi. Tutto nasce e tutto si concretizza nell’opera, tra realtà e fantasia. Servendosi dell’olio su tela o tecnica mista, l’artista Atzeni realizza un profilo tecnico di abile maestria: la corporeità della materia, meticolosa, appare in perfetta sintonia con la resa segnica, mentre l’equilibrio tra forma e colore evidenzia un dipingere sicuro e unico. S’inseriscono magistralmente nel suo iter artistico ritratti, figure e nudi femminili che di grande rilievo contenutistico e importanti messaggi si valorizzano notevolmente di emozioni intense ed immediata espressività. L’essenza e l’emotività per cogliere e per indagare attraverso l’anima. La comunicazione è per l’artista Atzeni parte fondamentale nella sua produzione; sensibilità e sentimento affiorano di continuo nel suo ciclo pittorico visibilmente significativo. Colori intensi, abile gestualità e mirabile spazialità chiaroscurale vanno a creare effetti affascinanti che contraddistinguono l’opera dell’artista Atzeni. Il segno deciso e le accensioni tonali emergono sapientemente in una studiata descrittività dominante di un’atmosfera passionale e resa pittorica, per un itinerario autonomo portatore di palpitante riflessiva.
*testo pubblicato in occasione della mostra personale di Alessio Atzeni, allestita a Torino, alla Galleria D’Arte “La Telaccia”, nel 2006.

Scultura in fase di esecuzione

Dentro a questa tavola di tiglio oggi ho trovato questa creatura.
Ho appena iniziato a liberarla ma ve la presento.

L'Appennino? Lo attraversiamo a piedi

Ho ritrovato questo articolo di una mia avventura indimenticabile, del 2003, in compagnia di due cari amici! Un viaggio iniziatico, esclusivamente a piedi, di 350 chilometri, attraversando l'Appennino. Abbiamo incontrato vipere, lupi, cinghiali, cervi, circensi ... e noi stessi :)