mercoledì 27 novembre 2013

Raccontare e Raccontarsi


di M. Malì
critico d’Arte
Le opere dell’artista Alessio Atzeni raffigurano una determinata e gioiosa narrativa che si arricchisce costantemente di una trama pittorica rilevante profondamente sentita con consapevolezza tecnica ed intensa poesia. Il tema paesaggistico è vissuto dall’artista con un impianto del tutto personale: il suo infatti è un paesaggio altamente avvolgente, che immerso in uno sfondo fantasioso dal sapore fiabesco, vive all’insegna di un operare suggestivo ricco di essenza descrittiva e preziosa visione originale. Al confine tra il figurativo viaggiano i suoi paesaggi in una versatilità di notevole interpretativa e vibrante impegno pittorico. Nelle titolazioni “Le Corbaie” e “Corzano” notiamo come le cromie vivaci e la grafia incisiva siano intrise di stile e importante sintesi. Tutto nasce e tutto si concretizza nell’opera, tra realtà e fantasia. Servendosi dell’olio su tela o tecnica mista, l’artista Atzeni realizza un profilo tecnico di abile maestria: la corporeità della materia, meticolosa, appare in perfetta sintonia con la resa segnica, mentre l’equilibrio tra forma e colore evidenzia un dipingere sicuro e unico. S’inseriscono magistralmente nel suo iter artistico ritratti, figure e nudi femminili che di grande rilievo contenutistico e importanti messaggi si valorizzano notevolmente di emozioni intense ed immediata espressività. L’essenza e l’emotività per cogliere e per indagare attraverso l’anima. La comunicazione è per l’artista Atzeni parte fondamentale nella sua produzione; sensibilità e sentimento affiorano di continuo nel suo ciclo pittorico visibilmente significativo. Colori intensi, abile gestualità e mirabile spazialità chiaroscurale vanno a creare effetti affascinanti che contraddistinguono l’opera dell’artista Atzeni. Il segno deciso e le accensioni tonali emergono sapientemente in una studiata descrittività dominante di un’atmosfera passionale e resa pittorica, per un itinerario autonomo portatore di palpitante riflessiva.
*testo pubblicato in occasione della mostra personale di Alessio Atzeni, allestita a Torino, alla Galleria D’Arte “La Telaccia”, nel 2006.